Una corretta alimentazione è considerata un elemento fondamentale per uno sviluppo equilibrato della persona e per il mantenimento di condizioni adeguate di salute, a qualsiasi età.
L’alimentazione, infatti, risulta essere una delle variabili ambientali più importanti, in grado di condizionare il processo di invecchiamento nell’uomo. Le abitudini alimentari condizionano l’eventuale sviluppo di malattie e, allo stesso modo, svolgono un ruolo fondamentale nel controllo delle stesse, modificandone la progressione clinica e influenzando il rischio di complicanze. Ecco dunque che, di particolare interesse, sono le relazioni tra i fattori alimentari e l’invecchiamento cerebrale.
Secondo un nuovo studio apparso su Nutritional Neuroscience, la dieta mediterranea migliorerebbe la funzione cognitiva degli anziani. Concentrata appunto sul rapporto tra le questa dieta in Italia così diffusa e le capacità cognitive degli anziani, l’indagine è stata lanciata nel 1974 prendendo in considerazione 2400 persone provenienti dagli Stati Uniti (ma lo studio si è concluso solamente adesso, dopo aver seguito i “pazienti” per gran parte della loro vita). Ed è, questa, una vera e propria novità, in quanto la maggior parte degli studi precedenti riguardanti i benefici della dieta mediterranea erano stati svolti su dati relativi a persone che vivevano nei Paesi del Mediterraneo. I risultati emersi hanno evidenziato tassi più bassi di declino cognitivo, in particolare quello collegato all’organizzazione spaziale visiva, alla memoria e all’attenzione, nelle persone che si nutrivano maggiormente di olio d’oliva, frutta, legumi, pesce, verdura, cereali integrali e vino rosso. Un declino che, a sua volta, è correlato al rischio di demenza.
Un secondo studio effettuato sulla relazione tra la dieta mediterranea e la funzione cognitiva degli anziani ha attribuito l’effetto protettivo proprio alla composizione e alla combinazione di alcuni alimenti quali il pesce, la vitamina B12, i folati, diverse molecole ad azione antiossidante e un moderato consumo di vino. Coi migliori risultati che si sono osservati tra i soggetti a cui non era stata diagnosticata alcuna forma di demenza nei cinque anni precedenti.
Sono studi, questi, che portano ad una conclusione: una dieta di tipo mediterraneo può ritardare o rallentare il declino delle funzioni cognitive nell’invecchiamento cerebrale, specialmente se questa abitudine alimentare viene adottata precocemente, quando presumibilmente non si è ancora sviluppato un deficit cognitivo significativo. Una buona notizia, per chi – in Italia – segue le regole base di una corretta alimentazione.